Disambiguazione – "Accademico" rimanda qui. Se stai cercando il ruolo universitario, vedi Professore.
Un'accademia è un'istituzione destinata agli studi più raffinati e all'approfondimento delle conoscenze di più alto livello. Il termine può indicare una società scientifica dedicata alla ricerca nel campo delle scienze naturali, della filosofia e delle belle arti.
L'aura di prestigio associato all'origine del nome spinge molti istituti (soprattutto privati) a fregiarsi di questo appellativo, sebbene non sempre in maniera appropriata.
Il termine accademia[1] deriva dal greco e indicava la scuola filosofica di Platone, fondata nel 387 a.C. e situata in un luogo appena fuori le mura di Atene, chiamata così dal nome dell'eroe di guerra Academo che aveva donato agli ateniesi un terreno che divenne un giardino aperto al pubblico dove Platone filosofava con i suoi discepoli. Qui Platone scrisse i suoi dialoghi e Aristotele seguì le lezioni del maestro fino alla sua morte.
Incerta la funzione specifica della scuola, s'ipotizza che:
fosse dedicata alle Muse con un carattere quindi religioso;
fosse una scuola di formazione politica per i giovani greci;
fosse indirizzata allo studio e alla ricerca come una specie di università moderna.
Tradizionalmente nell'antichità si distingueva in diverse fasi lo sviluppo della scuola. Tra gli antichi, Diogene Laerzio parlava di cinque diverse "Accademie", a partire dallo scolarcato di Platone fino ad arrivare a Filone, al termine dell'ellenismo. Cicerone invece identificava semplicemente un'accademia antica e la "nuova accademia" di Carneade e Filone.
Mentre a quanto sembra gli immediati successori di Platone, Speusippo e Senocrate, continuarono l'insegnamento del fondatore senza apportare innovazioni di rilievo, una vera svolta si ebbe con lo scolarcato di Arcesilao (Accademia di mezzo). Arcesilao inaugurò il nuovo corso del platonismo ellenistico: a partire da lui, fino al primo secolo, il platonismo venne guardato innanzitutto come una filosofia scettica. La svolta scettica fu probabilmente influenzata dalla polemica che Arcesilao inaugurò contro il dogmatismo della dottrina stoica, che veniva allora insegnata ad Atene da Zenone di Cizio.
Anche i successori di Arcesilao - in particolare Carneade (Accademia di mezzo) - proseguirono sia lo sviluppo scettico del platonismo sia la polemica con lo stoicismo, fino al I secolo d. C. Filone di Larissa, in quest'epoca, iniziò una revisione delle posizioni dei suoi predecessori, puntando verso un approccio più sincretico con le altre scuole di pensiero ellenistiche, in reazione agli orientamenti scettici; il più famoso allievo di Filone, Antioco di Ascalona, ruppe del tutto con l'insegnamento dei predecessori, e con l'Accademia di Atene, fondando una nuova scuola in Egitto, e dando del platonismo una interpretazione che tendeva a trasformarlo in un sistema dogmatico con molti punti di contatto più che di polemica con lo stoicismo.
Schematicamente si è soliti distinguere:
Accademia antica (IV secolo a.C.) (387-315 a.C.) corrispondente alla trattazione di temi matematici-pitagorici nell'ultima fase del pensiero platonico (esponenti: Speusippo, Senocrate, Eraclide Pontico (390 circa-310 circa a.C.), Eudosso di Cnido (408 circa-355 circa a.C.);
Accademia nuova o Scuola platonica (dal II secolo a.C. in poi) ritornano temi legati al platonismo in una trattazione eclettica (esponenti Simplicio, Proclo);
La nascita delle accademie moderne è strettamente collegata allo sviluppo dell'Umanesimo. Infatti le università, salvo poche eccezioni, rimasero fedeli al metodo della filosofia scolastica durante tutto il Rinascimento. Perciò gli Umanisti crearono delle istituzioni alternative dove coltivare il loro modello di cultura. In Italia queste istituzioni furono soprattutto le accademie.
Il termine accademia musicale indica anche una manifestazione pubblica a pagamento in voga alla fine del Settecento e all'inizio dell'Ottocento organizzata da un cantante, strumentista o compositore, che aveva il ruolo più rilevante all'interno di un programma di brani musicali molto vario, con intervento di molti esecutori, sinonimo di concerto.
A partire dalla metà del secolo XVII molti stati europei si dotarono di accademie sull'esempio italiano. Esse ebbero un'importante funzione culturale nel successivo secolo e mezzo, in quanto le università in tale periodo erano ancora sostanzialmente organizzate sul modello medioevale: avevano ancora solo le facoltà di teologia, diritto e medicina, cui si aggiungeva la facoltà di filosofia (già delle arti) in cui gli studi di grammatica e retorica erano rivolti al latino ed al greco antico, mentre delle scienze (il vecchio "quadrivio") si studiava soprattutto la matematica. Solo la cattedra di "filosofia naturale" si occupava di scienza sperimentale.
Si comprende allora come le accademie abbiano colmato importanti lacune nell'organizzazione culturale dell'epoca: le accademie delle scienze furono le istituzioni più decisive nel promuovere la nascita della scienza sperimentale, mentre le accademie linguistiche furono le prime istituzioni a studiare le lingue moderne, fino ad allora dette "volgari". L'insegnamento artistico, poi, è rimasto estraneo alle università europee fino a tempi recenti.
All'inizio dell'Ottocento le università furono profondamente riformate e conseguentemente le accademie persero la loro preminenza nell'organizzazione culturale. Determinante fu la fondazione dell'Università di Berlino nel 1810 che fu subito dotata di laboratori sperimentali di fisica, chimica e scienze naturali, nonché di un policlinico. L'esempio fu gradualmente imitato da tutte le università. Importante fu anche la riforma delle università francesi, recepita anche in altri paesi fra cui l'Italia, con cui fu abolita la facoltà di teologia e la facoltà di filosofia fu divisa nelle facoltà di Scienze (matematiche, ma anche fisiche, chimiche e naturali) e di Lettere (antiche e moderne).
^Maurizio Pancaldi, Mario Trombino, Maurizio Villani Atlante della filosofia: gli autori e le scuole, le parole, le opere, Hoepli editore, 2006, p. 85.