Ashera | |
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Dati generali | |
Etimologia | Asian leopard cat (gatto leopardo) + Serval |
Genitori | Prionailurus bengalensis e Leptailurus serval |
Presente in natura | No |
Impieghi | Animale da compagnia |
Dimensioni | |
Lunghezza | Circa 1,20 m |
Peso | Più o meno 15 kg |
Riproduzione |
L'Ashera è un ibrido felino commercializzato dalla società statunitense di biotecnologie Lifestyle Pets come animale domestico ipoallergenico a partire dal 2006 [1]. L'animale sarebbe stato ottenuto incrociando il gatto domestico con felini selvatici (il gatto del Bengala e/o il serval[2]) selezionando una razza felina che possiede una variante ipoallergenica della proteina Fel d 1[3] (il principale allergene del gatto, presente nella saliva e nelle ghiandole sebacee). L'Ashera può arrivare a pesare fino a 15 chilogrammi. La durata della vita è stimata in circa 25 anni. È una razza sterile, riprodotta solo in laboratorio ed in pochi esemplari. I tempi di attesa per ottenerlo sono piuttosto lunghi, si può arrivare a 9 mesi. Un esemplare costa circa 22.000 dollari [3], ma può arrivare a costarne anche 120.000 [4]. Il costo del mantenimento si stima all'incirca in 200 dollari al mese.
In Italia il possesso di un Ashera non è consentito ai privati, a causa della natura selvatica delle razze da cui deriva, considerate molto pericolose [5].
Sono quattro le varianti proposte:
- Standard Ashera: il più classico, con macchie di leopardo sul mantello color miele e orecchie appuntite
- Ipoallergenic: Standard, ma con una ridotta versione della proteina responsabile di allergie
- Snow Ashera: ha il mantello bianco con righe color ambra
- Royal Ashera: la più rara e costosa, con mantello color crema ricoperto da macchie o righe nere o arancioni.
L'esistenza di una variante genetica della proteina Fel d 1 e la reale natura dell'ibrido è oggetto di controversie. Nel gennaio del 2008 la polizia olandese confiscò tre esemplari di Ashera presso l'aeroporto di Amsterdam-Schiphol sospettando - a causa della taglia e del mantello di questi felini - una violazione della convenzione CITES che regola il commercio internazionale delle specie in via d'estinzione [6][7]. Una contemporanea inchiesta, condotta dal quotidiano San Diego Union-Tribune, raccolse la testimonianza di Chris Shirk, un allevatore della Pennsylvania, che affermò di aver riconosciuto dalle foto degli esemplari confiscati tre esemplari di tipo F1 di Savannah - un altro ibrido felino, molto simile di aspetto, ma non ipoallergenico[8] - che aveva venduto alcuni mesi prima proprio alla Lifestyle Pets; l'allevatore dichiarò anche la sua disponibilità a fornire alle autorità olandesi dei campioni di DNA dei tre esemplari per una comparazione[7] e, nel giugno 2008, affermò che il responso di queste analisi avrebbe confermato le sue affermazioni.[9] Il proprietario di Lifestyle Pets, Simon Brodrie, negò ogni addebito e accusò il giornalista di essere stato pagato da un'azienda concorrente per screditarlo [6][10].