I Cantoni sono una famiglia della borghesia industriale lombarda, originaria di Gallarate, discendenti dalla famiglia degli Sforza di Milano. Avviarono tre industrie tessili per la lavorazione del cotone, a Legnano, a Castellanza ed a Bellano.
Il fondatore della dinastia cotoniera, Benedetto Cantoni, commerciava alimentari e tessuti a Gallarate alla fine del XVIII secolo.
Nel 1820 nacque a Gallarate la prima attività produttiva della famiglia, fondata da Costanzo Cantoni, figlio di Benedetto. Da un documento del 1835 risulta che Costanzo era socio con Camillo Borgomanero in un'attività tessile per la lavorazione del cotone a Legnano. L'inizio di questa attività di Borgomanero risale al 2 ottobre 1830. L'attività di Borgomanero fu il primo nucleo del Cotonificio Cantoni di Legnano. Successivamente i Cantoni rimasero gli unici proprietari del futuro stabilimento.
Nel 1855 la Cantoni fu la sola impresa della Lombardia a prendere parte all'Esposizione Universale di Parigi. Nel 1872 l'azienda fu la prima impresa cotoniera ad fare uso della forma di società azionaria. In questi anni la guida della ditta passò al figlio Eugenio.
Oltre che a Legnano, fondarono cotonifici a Castellanza (aperto nel 1845) e a Bellano (1870); stabilimenti minori di tessitura o filatura vennero inoltre impiantati a Legnanello, Canegrate, Gallarate (tessitura Cantoni-Introini), Cordenons; in epoca successiva venne acquistato lo stabilimento della società De Angeli Frua di Saronno.
Al controllo della società gli successe il figlio di Eugenio, Costanzo, che avrebbe in seguito lasciato il Consiglio di amministrazione del Cotonificio nel 1910 . Con lui si estinse la dinastia cotoniera dei Cantoni.
La società venne colpita dalla crisi del settore tessile negli anni '60 e, fortemente indebitata, passò sotto il controllo di Montedison e venne successivamente ceduta alla Inghirami Textile Company. Quasi tutti gli stabilimenti chiusero negli anni '80.
I Cantoni furono i primi veri industriali cotonieri italiani, nella concezione moderna del termine. Furono tra i primi industriali italiani ad adottare il cosiddetto 'paternalismo aziendale', costruendo convitti, asili e case operaie (a Castellanza è ancora presente l'asilo Eugenio Cantoni, ora istituto superiore Enrico Fermi, mentre il Convitto Cantoni è stato completamente demolito nel 2015[1].
Con il fallimento della società, numerosi stabilimenti di pregio architettonico rimasero dismessi e vennero successivamente recuperati per altri usi. Meritevoli di attenzione sono: