Giaele è un nome proprio di persona italiano femminile[1][2].
Si tratta di un nome biblico, portato nel libro dei Giudici da Giaele, la donna ebrea che uccise il generale Sisara, nemico degli israeliti[1][2][4][5][7]; l'episodio biblico è ricordato da Alessandro Manzoni nell'ode Marzo 1821, ove il poeta, con riferimento a Dio, scrive: "quel che in pugno alla maschia Giaele / pose il maglio ed il colpo guidò".
Etimologicamente deriva dal nome ebraico יָעֵל (Ya'el); la maggioranza delle interpretazioni gli dà il senso di "capra di montagna"[4][5][7] o "capra selvatica"[8], ma vi sono anche fonti che lo considerano un nome teoforico (individuando al suo interno l'elemento El, "Dio", comune nell'onomastica ebraica)[1] o che gli danno il significato di "che giova", "che è utile"[2].
Il nome gode di scarsa diffusione in Italia[1], e negli anni 1970 se ne contavano circa cinquecento occorrenze, di cui la metà in Emilia-Romagna e il resto sparso nel Centro-Nord[2].
Non vi sono sante di nome Giaele, quindi il nome è adespota; l'onomastico si può eventualmente festeggiare il 1º novembre, ricorrenza di Tutti i Santi.