Inheritance | |
---|---|
Titolo originale | Inheritance |
Autore | Christopher Paolini |
1ª ed. originale | 2011 |
1ª ed. italiana | 2011 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | fantasy |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | Alagaësia |
Protagonisti | Eragon |
Coprotagonisti | Saphira |
Antagonisti | Galbatorix |
Altri personaggi | Arya Dröttningu, Roran, Nasuada, Glaedr, Murtagh, Castigo, Orik e altri |
Serie | Ciclo dell'Eredità |
Preceduto da | Brisingr |
Seguito da | La forchetta, la strega, e il drago. Racconti da Alagaësia |
Inheritance è il quarto romanzo del Ciclo dell'Eredità, scritto da Christopher Paolini, autore dei precedenti tre libri della serie: Eragon, Eldest e Brisingr.
Il Ciclo dell'Eredità era stato originariamente pensato come una trilogia, ma alla pubblicazione di Brisingr Paolini affermò che durante la sua stesura il libro era cresciuto più del dovuto e lo sviluppo dei vari filoni narrativi si era complicato ad un punto tale che sarebbe risultato impossibile sciogliere il complesso intreccio della trama in un solo libro. In accordo con la casa editrice (la Random House) decise quindi di concludere la storia in quattro libri invece di tre.
Il libro venne pubblicato dalla Random House l'8 novembre 2011 negli Stati Uniti,[1] in Australia, Nuova Zelanda e nel Regno Unito, e dalla Rizzoli il 9 novembre in Italia.
Il 3 aprile 2011 la Random House ha pubblicato un preludio della trama di Inheritance:
«Not so very long ago, Eragon Shadeslayer, a Dragon Rider, was nothing more than a poor farm boy, and his dragon, Saphira, only a blue stone in the forest. Now the fate of an entire civilization rests on their shoulders. Long months of training and battle have brought victories and hope, but they have also brought heartbreaking loss. And still, the real battle lies ahead: they must confront Galbatorix. When they do, they will have to be strong enough to defeat him. And if they cannot, no one can. There will be no second chances. The Rider and his dragon have come further than anyone dared to hope. But can they topple the evil king and restore justice to Alagaësia? And if so, at what cost?»
«Non molto tempo fa, Eragon Ammazzaspettri, un cavaliere dei draghi, non era niente di più che un misero ragazzo di campagna, e il suo drago, Saphira, nient'altro che una pietra blu nella foresta. Ora il destino di un'intera civiltà poggia sulle loro spalle. Lunghi mesi di addestramento e battaglie hanno portato vittorie e speranza, ma hanno anche causato perdite strazianti. E ancora, la vera battaglia li aspetta: dovranno confrontarsi con Galbatorix. Quando lo faranno dovranno essere abbastanza forti da sconfiggerlo. E se non possono loro, nessun altro può. Non ci sarà una seconda possibilità. Il cavaliere e il suo drago sono arrivati ben oltre chiunque potesse sperare. Ma saranno in grado di rovesciare il re del male e ristabilire la giustizia ad Alagaesia? E se sì, a quale costo?»
Dopo gli eventi di Brisingr, Eragon e Saphira vengono impiegati da Nasuada nell'assedio della città di Belatona. Nella battaglia, che porta i Varden a conquistare Belatona, Saphira viene ferita da una Dauthdaert, un'antica arma forgiata dagli elfi per uccidere i draghi. Alla fine della battaglia i gatti mannari, guidati dal re Grimrr Zampamonca, stringono un'alleanza con i Varden. Dopo la presa di Belatona, Roran viene incaricato da Nasuada di conquistare la città di Arughia; riesce nell'impresa sfruttando la rete dei canali della città. Roran torna dunque dai Varden, che sono impegnati nel difficile assedio di Dras-Leona; a difesa della città vi sono anche Murtagh e Castigo. Per evitare perdite inutili, Nasuada decide di attendere prima di assediare la città, e Jeod trova delle informazioni su un passaggio sotterraneo che permetterebbe di entrare a Dras-Leona. Eragon, Arya, Angela l'erborista, Solembum il gatto mannaro e un elfo di nome Wyrden decidono di tentare nell'impresa, tuttavia i tunnel sono utilizzati dai sacerdoti dell'Helgrind, i quali separano il gruppo, uccidono Wyrden e catturano Eragon ed Arya. I sacerdoti intendono sacrificare Eragon ed Arya offrendoli in pasto ai Ra'zac che stanno per nascere, ma Angela e Solembum riescono a liberarli; Eragon riesce quindi ad aprire i cancelli della città e a sconfiggere Murtagh e Castigo, permettendo così ai Varden di prendere la città.
Terminata la battaglia, Eragon ed Arya si concedono una notte di svago con un liquore elfico. Prima dell'alba però, Murtagh e Castigo piombano nell'accampamento dei Varden e rapiscono Nasuada; nella sua assenza Eragon viene nominato comandante dei Varden, che iniziano la marcia verso Urû'Baen. Mentre riflette sulla gravosità del suo incarico, il giovane si ricorda della profezia di Solembum, secondo cui quando si fosse sentito incerto e impotente dinnanzi agli eventi sarebbe dovuto andare alla Rocca di Kuthian ed aprire la volta delle anime. Consultando i libri di Jeod viene a sapere che la Rocca di Kuthian si trova a Doru Areaba, sull'isola di Vroengard. Dopo aver informato Arya decide di partire per l'isola, accompagnato da Saphira e Glaedr. Nel frattempo Nasuada si risveglia a Urû'Baen, dove inizia la sua lunga agonia: quotidianamente è oggetto delle perverse torture di Galbatorix, che vuole che lei gli giuri fedeltà nell'antica lingua. Il tempo passa senza risultati, e contro ogni previsione Nasuada si avvicina lentamente a Murtagh: il giovane si confida con lei, raccontandole di ciò che ha passato sotto Galbatorix, e in lui Nasuada trova un alleato e soprattutto un amico, che quando può le allevia il dolore delle torture e la sostiene durante le ore di agonia. Eragon e Saphira trovano la Rocca di Kuthian, e riescono ad accedervi dopo aver pronunciato i loro veri nomi; lì scoprono centinaia di Eldunarí e di uova di drago, nascosti prima che Galbatorix sconfiggesse i Cavalieri. Gli eldunarì guidati dal loro capo Umaroth decidono di unirsi ad Eragon per aiutarlo a sconfiggere Galbatorix e dunque forti dell'appoggio di diversi draghi in forma di Eldunarí, Eragon e Saphira raggiungono i Varden giunti alle porte di Urû'Baen.
Eragon mette a conoscenza i leader dei ribelli della potente forza di cui dispongono e pianificano il loro attacco. Le loro forze congiunte attaccano la città mentre Eragon, Saphira, Arya e alcuni maghi elfici penetrano nella fortezza di Galbatorix. Dopo aver superato una serie di trappole ed essere stati divisi dai maghi riescono a penetrare nella sala del trono, dove trovano Galbatorix.
Quest'ultimo li blocca senza sforzo con la magia e spiega loro che ormai il suo potere è incontrastabile, in quanto conosce il vero nome dell'antico linguaggio, la Parola, che gli consente di controllare ogni utilizzo della magia tramite l'antica lingua. Il sovrano propone a Eragon un duello contro il fratellastro Murtagh senza né magia né Eldunarí, contando solo sull'abilità con la spada di ognuno di loro: Eragon accetta e riesce a sconfiggere Murtagh, invitandolo a schierarsi dalla sua parte. Murtagh, forte del fatto che il suo vero nome è cambiato grazie al legame che ha sviluppato con Nasuada, si ribella contro Galbatorix e utilizza la Parola per liberare i compagni di Eragon. Galbatorix neutralizza Murtagh e si scontra con Eragon, mentre Saphira ed Arya lottano contro il suo drago Shruikan. Tramite la forza degli Eldunarì, Eragon riesce a lanciare un incantesimo che fa vivere a Galbatorix tutto il dolore e la sofferenza che ha causato con le sue azioni, mentre Arya uccide Shruikan con la Dauthdaert. Sopraffatto dal senso di colpa, Galbatorix usa la magia per distruggere sé stesso e la cittadella, ma Eragon riesce a proteggere i suoi compagni.
Una volta fuori, Murtagh parte in volo dopo aver salutato Nasuada e il fratellastro, spiegando che lui e Castigo hanno deciso di ritirarsi a nord per riflettere sugli errori commessi. Eragon non lo ostacola, e Murtagh e Castigo augurano a lui e a Saphira un futuro roseo e rivelano anche a questi ultimi il nome dei nomi. Nasuada diventa regina di Alagaesia, ed anche Orrin le giura fedeltà dopo aver ottenuto una serie di concessioni. Arya ritorna ad Ellesmera, per partecipare alla scelta degli elfi di un nuovo monarca dopo la morte di sua madre Islanzadi nella battaglia per Urû'baen. Porta con sè il rimanente uovo di drago che si schiude per lei e chiama il drago Fìrnen. Viene inoltre scelta come nuova regina degli elfi.
Eragon si rende conto dell'impossibilità di allevare i nuovi draghi ed addestrare i Cavalieri in Alagaesia; dunque decide di andarsene con gli Eldunarì e le uova di drago in una regione ad est di Alagesia. Eragon modifica il patto magico tra Cavalieri e draghi per permettere anche ai nani ed agli Urgali di diventare Cavalieri, e lascia due uova a ciascuna razza. Eragon e Saphira salutano per sempre i loro amici e la loro famiglia, ma guardano speranzosi ad un futuro con una nuova generazione di Cavalieri di draghi.
Cavaliere | Drago | Colore |
---|---|---|
Eragon | Saphira | Blu |
Murtagh | Castigo | Rosso |
Oromis | Glaedr | Giallo |
Arya | Fìrnen | Verde |
Galbatorix | Shruikan | Nero |
Galbatorix è uno degli ultimi Cavalieri dei Draghi, nonostante non sia legato a Shruikan, il suo dragone, dal legame che unisce i veri e propri Cavalieri. La fonte del suo potere sono i numerosissimi Eldunarí che ha trafugato dai draghi da lui sconfitti. Possiede quello che lui crede l'ultimo uovo di drago, quello verde.