La carriera scolastica di Laya culminò con la frequentazione del Collège de Lizieux.[1]
Laya si sposò con Thérèse Augustine Aglaé Guillaume de Bouncoville, con la quale ebbe due figli: Alexandre François, impiegato al Ministero dell'interno, redattore dell'Ordre; André Augustin Léon, bibliotecario al palazzo di Fontainebleau, scrittore e drammaturgo.[1]
Jean-Louis Laya esordì nella letteratura scrivendo una collezione di Héroide, una volta terminati gli studi al collegio, poi una commedia assieme a Gabriel-Marie Legouvé nel 1785, ma l'opera, sebbene accolta favorevolmente dalla Comédie-Française, non fu mai messa in scena.[2]
L'opera seguente, la tragediaJean Calas (1789),[3] lo rese noto e fu incentrata sul tema della tolleranza religiosa,[2] oltre ad esaltare il ruolo liberale della borghesia.[4]
L'anno seguente ottenne un grande successo con Les Dangers de l'opinion,[1][3] approfondendo il problema della vergogna familiare presente nel caso di atti illeciti.[2]
Nel 1793 ultimò la sua opera più importante, una commedia satirica intitolata Ami des lois, basata sulla situazione politica contemporanea e su una protesta contro il governo di massa e contro i giacobini,[3] con riferimenti allusivi a importanti protagonisti giacobini, come Robespierre e a Marat, rappresentata al Theatre Français,[2][5][6] nei giorni del processo e dell'esecuzione di Luigi XVI di Francia.[1]
Dieci giorni dopo la sua anteprima l'opera fu proibita dal Comune di Parigi, ma dopo numerose richieste popolari fu rappresentata suscitando dibattiti, e Laya ebbe qualche problema a dovette temporaneamente allontanarsi da Parigi, ritornandovi dopo la fine del Regime del Terrore.[2][6]
Tra le altre opere di Laya si ricordano nel 1797Les Deux Stuarts e nel 1799Falkland, ou la conscience.[2]
Laya fu nominato dottore in lettere nel 1809, dopo aver effettuato dieci anni di insegnamento di retorica; in seguito insegnò anche latino in numerosi licei e collegi e nel 1813 Laya sostituì il poetaDelille nella cattedra di storia della letteratura e poesia francese all'Università di Parigi;[1] dopo quattro anni diventò membro all'Académie française e cavaliere della Legion d'onore;[2] in questo periodo collaborò con numerosi giornali come critico letterario.[1]
(FR) Paul d'Estrée, Le théâtre sous la Terreur: théâtre de la peur, 1793-1794 : d'après des publications récentes et d'après les documents révolutionnaires du temps imprimés ou inédits, Parigi, Emile-Paul, 1913.
(FR) Charles Nodier e Étienne de Jouy, Discours prononcés dans la séance publique tenue par l'Académie française, pour la réception de m. Charles Nodier, le 26 décembre 1833, Parigi, Firmin Dido, 1833.
(FR) Charles Nodier, Discours prononcé dans la séance publique du 26 décembre 1833, en venant prendre séance à la place de M. Laya., Parigi, 1841.