La serie è stata acclamata dalla critica sin dal suo esordio; in particolare, sono state apprezzate le interpretazioni di Claire Foy e Olivia Colman, che hanno ricoperto il ruolo della protagonista nelle prime quattro stagioni, di John Lithgow nel ruolo di Winston Churchill, di Helena Bonham Carter che ha vestito i panni della principessa Margherita nella terza e quarta stagione e di Emma Corrin e Elizabeth Debicki nel ruolo di Lady Diana nella quarta e quinta stagione, specialmente per la loro impressionante somiglianza con la principessa. Complessivamente, la serie vanta numerosi riconoscimenti, tra cui sette Golden Globe e ventiquattro Premi Emmy.
The Crown è al sedicesimo posto fra le 100 serie migliori del XXI secolo secondo la BBC.[1]
La sesta ed ultima stagione racconta l'ultima estate della principessa Diana e la sua morte nell'agosto del 1997. Viene mostrata la sua vacanza con William ed Harry e la sua relazione con Dodi Al-Fayed prima del tragico incidente avvenuto a Parigi, al quale seguirono i funerali di Stato e il discorso della regina Elisabetta II. Successivamente vengono rappresentati le morti della principessa Margaret e della Regina Madre, l'inizio della relazione tra il Principe William e Kate Middleton, il matrimonio di Carlo e Camilla Parker Bowles e l'invecchiamento della regina Elisabetta fino al 2005.
Henry, duca di Gloucester (stagioni 1, 3), interpretato da Andy Sanderson (stagione 1, non accreditato) e da Michael Thomas (stagione 3), doppiato da Riccardo Rovatti (stagione 3).
Rab Butler (stagioni 1-2), interpretato da Michael Culkin.
Walter Monckton (stagioni 1-2), interpretato da George Asprey.
Equerry, interpretato da James Hillier (stagioni 1-2), da Sam Phillips (stagioni 3-4) e da Daniel Fraser (stagione 4).
Signor Collins (stagione 1), interpretato da Jo Stone-Fewings.
Elizabeth Cavendish (stagione 2), interpretata da Catherine Bailey.
Henry "Porchey" Herbert, interpretato da Joseph Kloska (stagione 2, ospite stagione 1), da John Hollingworth (ospite stagione 3), da Joe Edgar (stagione 6) e da Tim Bentinck (stagione 6).
Bob Boothby (stagione 2), interpretato da Paul Clayton.
Camilla Fry (stagione 2), interpretata da Yolanda Kettle, doppiata da Domitilla D'Amico.
Jeremy Fry (stagione 2), interpretato da Ed Cooper Clarke.
Dudley Moore (stagione 2), interpretato da Ryan Sampson.
Lady Sarah McCorquodale, nata Spencer (stagioni 4; 6), interpretata da Isobel Eadie (stagione 4) e da Justine Mitchell (stagione 6), doppiata da Giulia Bersani (stagione 4).
Peter Morgan cominciò a pianificare una serie incentrata sulla famiglia reale britannica dopo aver realizzato lo spettacolo teatrale The Audience, basato sugli incontri settimanali tra la regina Elisabetta e i primi ministri che si sono succeduti durante il suo regno.[4] Inizialmente Morgan pensò di realizzare una pellicola facendo ruotare la storia sul rapporto tra la regina e Winston Churchill, ma scrivendo si rese conto della vastità del materiale e decise di realizzare una serie televisiva.[4] Morgan ideò la serie pensando a sei stagioni da dieci episodi ciascuna, che descrivessero la vita della regina Elisabetta dal 1947 ad oggi, con l'idea di sostituire l'attrice principale ogni due stagioni.[5][6]
Nel maggio 2014 venne riportato che Netflix era in trattative con la Sony Pictures Television per la produzione della serie.[7] Nel novembre 2014 Netflix ordinò ufficialmente la serie, dando via libera per la produzione di due stagioni.[4] Al suo debutto, The Crown fu la serie televisiva più costosa mai realizzata fino ad allora, con un bilancio stimato di 130 milioni di dollari a stagione; il primato è stato superato nel 2022 dalla serie Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere.[8]
Il 31 gennaio 2020 Peter Morgan aveva dichiarato di voler anticipare la conclusione della serie con la quinta stagione.[9] Tuttavia, a luglio dello stesso anno è stato annunciato dallo stesso Morgan e da Netflix che sarebbe stata prodotta invece anche una sesta e ultima stagione, riprendendo così il progetto originale.
A febbraio 2020 è stato annunciato che Imelda Staunton avrebbe sostituito Olivia Colman nel ruolo della regina Elisabetta nella quinta e sesta stagione, le ultime due della serie. A luglio 2020 è stato annunciato che Lesley Manville avrebbe sostituito Helena Bonham Carter nel ruolo della principessa Margaret.[29] Ad agosto 2020 è stato rivelato che Jonathan Pryce e Elizabeth Debicki avrebbero interpretato rispettivamente il principe Filippo e la principessa Diana nelle ultime due stagioni.[30][31]
Si stima che circa il 25% della prima stagione sia stato girato agli Elstree Studios di Borehamwood, nell'Hertfordshire, mentre il resto è stato girato sul posto, per un totale di 152 giorni. Le scene per gli alloggi privati, l'interno di un jet privato, la stanza del gabinetto e l'esterno di 10 Downing Street, sono stati costruiti presso gli Elstree Studios, mentre Lancaster House, Wrotham Park e Wilton House sono stati utilizzati per sostituire Buckingham Palace. La Cattedrale di Ely e la Cattedrale di Winchester hanno sostituito l'Abbazia di Westminster, mentre le località in Sudafrica fungevano anche da Kenya. Altre località nel Regno Unito includevano il Belvoir Castle, Waddesdon Manor, Eltham Palace, il Royal Naval College, Goldsmiths 'Hall, Aeroporto di Shoreham, Castello di New Slains, Balmoral Castle, Cruden Bay, Lyceum Theatre, Loseley Park, Hatfield House, the Historic Dockyard Chatham, la Cattedrale di Southwark, Ardverikie House, Englefield House, il Wellington College, la Great Central Railway e Glenfeshie Estate. Le riprese della seconda stagione sono iniziate all'inizio di ottobre 2016. Ogni episodio delle prime due stagioni sarebbe stato girato in circa 22 giorni, con un costo di produzione di circa 5 milioni di sterline ciascuno. Le riprese della terza stagione sono iniziate a luglio 2018 e si sono concluse a febbraio 2019. Le riprese della quarta stagione sono iniziate ad agosto 2019 e si sono concluse a marzo 2020. I luoghi delle riprese utilizzati per sostituire le ambientazioni straniere includevano Manchester (New York City), Málaga e Almería (Sydney e altre ambientazioni australiane), così come Atlanterra, Cadice (Mustique). Le riprese della quinta stagione sono iniziate nel luglio 2021. L'interruzione annuale delle riprese tra la fine della quarta stagione e l'inizio della quinta stagione è stata inserita nel programma di produzione della serie e non era correlata alla pandemia di COVID-19. Il 16 febbraio 2022, gli oggetti precedentemente utilizzati nella produzione della serie sono stati rubati da tre veicoli, la maggior parte dei quali è stata descritta come "di valore limitato per la rivendita", ma "sono preziosi come pezzi per l'industria cinematografica britannica". I luoghi presenti nella quinta serie includevano Cobham Hall, che fungeva anche da Eton College, e l'Historic Dockyard a Chatham, entrambi nel Kent. Le riprese della sesta stagione sono iniziate nell'agosto 2022, ma Morgan ha notato che si aspettava che si interrompesse per un periodo di tempo a settembre dopo la morte di Elisabetta II "per rispetto". Nell'ottobre 2022, è stato riferito che gli eventi appena prima e subito dopo la morte di Diana, Principessa del Galles a Parigi sarebbero stati girati per la sesta stagione.
La rievocazione della rimozione del polmone canceroso di re Giorgio VI, originariamente eseguita da Sir Clement Price Thomas, è stata studiata e pianificata da Pankaj Chandak, uno specialista in chirurgia dei trapianti presso il Guy's Hospital di Londra. Chandak e il suo team chirurgico sono poi diventati parte della scena reale girata per lo spettacolo. Il modello chirurgico del re Giorgio VI è stato donato al Gordon Museum of Pathology nel King's College di Londra per essere utilizzato come sussidio didattico.
La prima stagione di The Crown è stata pubblicata interamente il 4 novembre 2016 in tutti i territori in cui Netflix è disponibile;[47] la serie è disponibile anche in Ultra HD 4K.[48] Nel Regno Unito i primi due episodi vennero inoltre distribuiti nelle sale cinematografiche il 1º novembre 2016.[49] La seconda stagione è stata pubblicata interamente l'8 dicembre 2017.[2]
In seguito a una pausa di due anni, corrispondente al cambio degli interpreti e al salto temporale rispetto agli eventi narrati, la terza stagione è stata distribuita il 17 novembre 2019,[50] seguita dalla quarta il 15 novembre 2020.[51]
Attraverso un video messaggio pubblicato a settembre 2021, viene annunciato che la quinta stagione sarebbe stata distribuita a novembre 2022;[52]
la data viene ufficializzata a settembre 2022 e fissata al 9 novembre seguente. La sesta e ultima stagione è stata pubblicata in due parti il 16 novembre e il 14 dicembre 2023.[53]
Il doppiaggio italiano, realizzato presso Studio Asci (st. 1-2), BTI Studios (st. 3), Nexus TV (st. 4+), ha visto una "unione" tra la scuola romana e la scuola milanese (fatto raro) per le prime due stagioni (che hanno visto, infatti la partecipazione sia di doppiatori milanesi, come Lorenzo Scattorin e Claudio Moneta, che di doppiatori romani, come Bruno Alessandro e Gino La Monica), mentre dalla terza stagione il doppiaggio è passato interamente a Milano.
La serie è stata accolta positivamente dalla critica. Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes ha un indice di gradimento del 92%, con un voto medio di 8.9 basato su 37 recensioni. Il commento del sito recita: "Delle interpretazioni potenti e una sontuosa messa in scena rendono The Crown una produzione di prima scelta degna del suo imponente soggetto".[54] Su Metacritic ha un voto medio di 82 su 100 basato su 27 recensioni.[55]
La serie ha però ricevuto anche reazioni negative da critici britannici e dalla famiglia reale. I critici hanno tacciato la quarta stagione di essere "inaccurata" ed "anti-monarchica".[56][57][58]
Simon Jenkins, su The Guardian, l'ha descritta come "storia falsificata", "realtà strumentalizzata a scopo propagandistico, e un vile abuso della libertà artistica" che ha (ri)costruito la storia sulla base di una propria narrazione preconcetta, e obiettato che "Morgan avrebbe potuto fare il suo discorso onestamente".[59] La biografa dei Reali, Sally Bedell Smith, ha criticato le inesattezze e la rappresentazione negativa della famiglia reale sostenendo che "poiché The Crown è una produzione talmente costosa e sontuosa, così splendidamente recitata e abilmente[60] scritta, ed è stata prestata così tanta attenzione ai dettagli visuali ed agli eventi storici, da indurre gli spettatori a credere che quello che stanno vedento sia accaduto davvero", concludendo che "laddove le prime stagioni sono pezzi di epoche, questa è storia recente, quindi appare ancora più crudele nelle sue false rappresentazioni".[61] A seguito di alcune reazioni negative alla quarta stagione, il segretario alla cultura britannica Oliver Dowden suggeriva che le serie dovesse contenere, all'inizio, un avviso riguardante la finzione narrativa.[62] In un'intervista del 2021 su The Late Late Show with James Corden, il principe Henry, duca di Sussex ha affermato che era a suo agio con la rappresentazione della famiglia reale fatta in The Crown, notando che, anche se la fiction non è perfettamente accurata, dà un'idea di massima delle pressioni del "mettere dovere e servizio davanti a famiglia e qualsiasi altra cosa". Il principe ha inoltre detto che gli sarebbe piaciuto essere impersonato da Damian Lewis se mai fosse stato presente nella serie.[63][64]
Migliori costumi per una serie, miniserie o film in costume o fantasy (Michele Clapton, Alex Fordham, Emma O'Loughlin e Kate O'Farrell, per l'episodio Wolferton Splash)
Miglior scenografia per una serie in costume (Martin Childs, Mark Raggett e Celia Bobak per l'episodio Fumo negli occhi)
Candidatura come Migliori acconciature per una serie da telecamera singola (Ivana Primorac e Amy Riley per l'episodio Hyde Park Corner)
Candidatura come Migliori provini per una serie drammatica (Nina Gold e Robert Sterne)
Candidatura come Miglior composizione musicale per una serie televisiva (Rupert Gregson-Williams per l'episodio Hyde Park Corner)
Candidatura come Migliori effetti speciali visivi di supporto (Ben Turner, Tom Debenham, Standish Millennas, Kim Phelan, Oliver Cubbage, Lionel Heath, Charlie Bennet, Stephen Smith e Carmine Agnone per l'episodio Windsor)
Candidatura come Miglior fotografia per una serie da telecamera singola con episodi di oltre 30 minuti (Adriano Goldman per l'episodio Fumo negli occhi)
Candidatura come Miglior disegno di una sigla (Patrick Clair, Raoul Marks, Javier Leon Carrillo e Jeff Han)
Miglior casting per una serie drammatica (Nina Gold, Robert Sterne)
Miglior fotografia per una serie f con episodi di oltre 30 minuti (Adriano Goldman per l'episodio Beryl)
Migliori costumi per una serie, miniserie o film in costume o fantasy (Jane Petrie, Emily Newby, Basia Kuznar e Gaby Spanswick per l'episodio Gentile Sig.ra Kennedy)
Candidatura come Miglior guest star in una serie drammatica (Matthew Goode per l'episodio Matrimonium)
Candidatura come Migliori acconciature per una serie da telecamera singola (Ivana Primorac per l'episodio Gentile Sig.ra Kennedy)
Candidatura come Miglior scenografia per una serie in costume o fantastica con episodi di oltre 30 minuti (Martin Childs, Mark Raggett e Alison Harvey per l'episodio Beryl)
Candidatura come Migliori effetti speciali visivi di supporto (Ben Turner, Standish Millennas, Alison Griffiths, Matthew Bristowe, Iacopo Di Luigi, Garrett Honn, Charlie Bennett, Jenny Gauci e Carmine Agnone per l'episodio Disavventura)
Candidatura come Miglior sceneggiatura per una serie drammatica (Peter Morgan per l'episodio Aberfan)
Candidatura come Miglior regia per una serie drammatica (Stephen Daldry per l'episodio Aberfan)
Candidatura come Miglior regia per una serie drammatica (Jessica Hobbs per l'episodio Grido d'allarme)
Candidatura come Miglior casting per una serie drammatica (Nina Gold e Robert Sterne)
Candidatura come Miglior fotografia per una serie da telecamera singola con episodi di oltre 30 minuti (Adriano Goldman per l'episodio Aberfan)
Candidatura come Migliori acconciature per una serie da telecamera singola (Cate Hall, Louise Coles, Sarah Nuth, Suzanne David, Emilie Yong e Catriona Johnstone per l'episodio Grido d'allarme)
Candidatura come Miglior composizione musicale per una serie televisiva (Martin Phipps per l'episodio Aberfan)
Candidatura come Miglior supervisione musicale per una serie televisiva con episodi di oltre 30 minuti (Lee Walpole, Andy Kennedy, Saoirse Christopherson, Juraj Mravec, Tom Williams, Steve Little, Tom Stewart, Anna Wright e Catherine Thomas per l'episodio Aberfan)
Candidatura come Miglior guest star in una serie drammatica (Charles Dance per l'episodio Gold Stick)
Candidatura come Migliori costumi per una serie, miniserie o film in costume o fantasy (Amy Roberts, Sidonie Roberts e Giles Gale per l'episodio Terra Nullius)
Candidatura come Migliori acconciature per una serie in costume o fantastica (Cate Hall, Emilie Yong Mills, Sam Smart, Suzanne David, Debbie Ormrod e Stacey Louise Holman per l'episodio Guerra)
Candidatura come Miglior composizione musicale per una serie drammatica (Martin Phipps per l'episodio La prova di Balmoral)
Candidatura come Miglior supervisione musicale (Sarah Bridge per l'episodio Come in una favola)
Candidatura come Miglior editing di immagini a telecamera singola per una serie drammatica (Paulo Pandolpho per l'episodio La valanga)
Candidatura come Miglior scenografia per un periodo narrativo o un programma fantasy con episodi di un'ora o più (Martin Childs, Mark Raggett e Alison Harvey per l'episodio Guerra)
Candidatura come Miglior mix sonoro per una serie commedia o drammatica (Lee Walpole, Stuart Hilliker, Martin Jensen e Chris Ashworth per l'episodio Come in una favola)
Candidatura come Migliori effetti speciali visivi di supporto (Ben Turner, Reece Ewing, Andrew Scrase, Standish Millennas, Oliver Bersey, Jonathan Wood, David Fleet, Joe Cork e Garrett Honn per l'episodio Gold Stick)
Candidatura come Miglior casting per una serie drammatica (Robert Sterne)
Candidatura come Miglior fotografia per una serie da telecamera singola con episodi di oltre 30 minuti (Adriano Goldman per l'episodio Mou Mou)
Candidatura come Migliori costumi per una serie, miniserie o film in costume o fantasy (Amy Roberts, Sidonie Roberts e Christof Roche-Gordon per l'episodio Mou Mou)
Candidatura come Migliori acconciature per una serie in costume o fantastica (Cate Hall e Emilie Yong Mills per l'episodio Mou Mou)